giovedì 15 marzo 2012

ALEX, UN TRIBUTO CHE MI FA MALE

Ho sempre ammirato, amato, stimato l'artista e comprato i dischi di Alex Baroni. Ho sofferto moltissimo quando è venuto a mancare a causa di un terribile incidente in moto il 13 aprile 2002. Poi la nascita del Comitato Alex Baroni con "finalità di beneficenza e promozione nel campo dell'arte e della musica al fine di conservare il ricordo di Alessandro Baroni" anche con la pubblicazione di dischi con alcuni brani inediti incisi prima della scomparsa. Fin qui tutto bene. Esce il 20 marzo l'album tributo "Il senso... di Alex". Sostanzialmente a parte un inedito ("Arrivederci amore mio") i suoi successi da "Cambiare" a "Scrivi qualcosa per me" vengono reinterpretati tra gli altri da Claudio Baglioni, Carmen Consoli, Amii Stewart, Michele Zarrillo, Luca Jurman, Alex Britti e da Giorgia che tanto lo ha amato. L'inedito non sono riuscito ad ascoltarlo tutto perché mi è sembrato forzatamente tolto dal cassetto dove giaceva e gli altri brani cantati da altri artisti si sono indeboliti, sbiaditi e hanno perso la forza vitale che solo Alex poteva dare. Confesso di essere rimasto basito (negativamente) dalla lettura che Mario Biondi ha dato de "La voce della luna" mentre Marco Mengoni è stato l'unico a 'reggere' il peso di una canzone di Baroni con "Scrivi qualcosa per me". Dolce omaggio di Giorgia con "Viaggio" forse non uno dei brani più conosciuti tanto da sembra quasi un inedito. Lo dico schiettamente e con dolore: questo disco mi è sembrato palesemente una forzatura commerciale con risultati modesti. Ci sono rimasto male lo confesso, per il decennale della scomparsa di Alex forse si poteva fare un piccolo sforzo in più e creare un evento anche in televisione, un momento di musica. Per ora ce n'è uno organizzato al The Place di Roma il 2 maggio con diversi artisti che l'hanno amato (per info: www.lavocedellaluna.it) giusto farlo, doveroso. Ma mai abbastanza per omaggiare un grande artista che non ho avuto la fortuna di intervistare ma che tutti ricordano per gentilezza, educazione e simpatia.

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venerdì 2 marzo 2012

DALLA, LA RETORICA DI CHI ACCUSA I RETORICI

Di Lucio Dalla non voglio dire nulla di più di quel che è stato scritto. Cose belle, condivisibili, affettuose e talvolta critiche. Penso sia assolutamente intimo condividere, come poi è realmente successo, con articolo di giornale, sui social network un aneddoto, un ricordo legato all'artista. Tra addetti ai lavori e gente comune. E sapete perché? Perché la ricchezza di un artista è saper comunicare e se evidentemente tanta gente ne parla e ricorda un gesto, una parola o una carezza di Lucio Dalla vuol dire che l'artista e l'uomo avevano realmente toccato il cuore della gente. Trovo retorico chi accusa di retorica e di protagonismo coloro i quali condividono un'emozione. Lo trovo inutile, banale come i luoghi comuni più scontati. Domenica l'ultimo addio a Lucio e calerà forse il silenzio, ma la musica no. Quella rimane, anche nelle orecchie di certi personaggi che farebbero bene a rimanere in silenzio invece di ergersi a paladini dell'anti-retorica.

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